Il Re della Savana
Mi sono concesso, anche questa mattina, la lettura di qualche testata giornalistica durante la colazione. È una consuetudine che mi impongo non tanto per conoscere cosa accade intorno a me, è ovvio che non sono i giornali a essere in grado di darmi questa informazione o almeno di darmela in maniera corretta, bensì per crearmi la giusta dose di adrenalina per affrontare la giornata.
In effetti leggere le notizie sull’essere umano e i suoi comportamenti mi crea un effetto stimolante molto più efficace di quello del solito caffè, tanto da essere spesso tentato di evitare il caffè e pagare il buon barista per l’affitto del giornale.
Mi faccio da giorni una domanda, dopo essere uscito dalla lettura di cotante seducenti ed equilibrate novelle: per le persone che lavorano, per chi ha una famiglia comune, per quelli che pagano tutte le tasse, per quelli che producono invece di poltrire, per chi costruisce invece di chiacchierare, per chi è…. no, non voglio usare la parola “normale” ma semplicemente per chi si comporta come si è comportato l’essere umano per centinaia di anni e quindi è un semplice aurorale essere umano, non ci sono mai aiuti? Non ci sono mai pacche sulla spalla? Neanche una buona notizia piccola piccola?
E allora, invece di lasciare che la mia dose di adrenalina quotidiana prenda il sopravvento facendomi passare per chi ha acredine nei confronti delle minoranze (Ndr. che poi sono oggi le maggioranze) prendo un bel respiro e invento due favolette per bambini e il giochino che vi propongo è quello di scegliere cosa avviene in natura secondo voi.
Il leone Febo, il Re della Savana
C’era una volta il Leone Febo, un esemplare di felino bellissimo e forte, uno di quelli con la criniera folta e gonfia, un capobranco stupendo. Febo era stato educato a essere un capobranco attento e scrupoloso, uno di quei leoni che si faceva carico della sicurezza di tutto il branco e che aveva sfidato e combattuto i suoi rivali “al trono” con solo in testa la voglia di dimostrare che, essendo più forte e abile, poteva fare il bene di tutto il branco. D’altra parte, i leoni sconfitti si erano fatti da parte con dignità riconoscendo le doti e la forza di Febo.
La vita nella Savana procedeva e Febo era un re giusto e abilissimo. Il branco lavorava in maniera continua e dignitosa e chi non faceva il bene del gruppo rubando il cibo o sprecandolo veniva ripreso da Febo con qualche ruggito accompagnato da una poderosa zampata. C’era chi, dopo essere stato ripreso, comprendeva che il bene del branco significa la vita del singolo e chi invece, non curante delle leggi della Savana, si allontanava, prendendosi le sue responsabilità, affrontando una vita di solitudine in cui le difficoltà sarebbero state immense, in nome però di una libertà individuale.
Febo governò fino a quando un nuovo leone ancora più illuminato non decise di sfidarlo.
Il leone Beppe, il re della Savana
C’era una volta il leone Beppe, un leone gracile, spelacchiato e anche con qualche dentino in meno, uno di quei poveri leoni che si vedono ai margini dei branchi sempre a testa bassa che sembra quasi che preghino per non essere mandati via dal gruppo.
Il leone Beppe aveva però una particolarità, era cosi insignificante e di poco peso per il branco che riusciva a rubare sempre il cibo ai leoni che tornavano esausti dalla caccia. Beppe faceva sempre finta di stare male e quando i leoni si addormentavano stanchi dalle battute di caccia, lui si avvicinava quatto quatto e rubava loro il cibo.
Un giorno Beppe pensò: “perché i leoni che vanno a caccia devono avere più di me? Io sono gracile e non ho voglia di cacciare e non è giusto, perché io sono debole e devo essere rispettato più degli altri a cui è stato dato tutto! Voglio diventare io il capobranco per dettare nuove e più giuste regole.’’
Così Beppe, giorno dopo giorno, rubava il cibo al capobranco, il quale sempre più fiacco, seppur consapevole dei suoi doveri, continuava ad andare a caccia fino a che morì a causa di una ferita inferta da una preda.
Beppe riuscì a diventare re grazie al suo modo di fare. Ordinò che i leoni più forti avrebbero dovuto reperire il cibo per tutti gli altri ai quali invece era stata data la possibilità di riposare sotto un baobab in attesa di cibarsi.
Beppe volle anche avere dei consiglieri ma impose che questi avrebbero dovuto essere come lui in modo da poter avallare le sue giuste e nuove leggi. Piano piano la società dei leoni cambiò e molti di quelli che prima fieramente andavano a caccia iniziarono a voler avere un ruolo di prestigio all’interno del branco, un ruolo che prima si conquistavano di diritto combattendo e dando tutto se stessi ma che ora potevano avere agendo come Beppe.
I leoni forti e quelli fieri di cacciare erano sempre di meno e sotto l’ombra del Baobab c’erano sempre più bocche da sfamare.
È una giornata calda oggi nella Savana, una gazzella pascola tranquilla quando a un tratto… un sussulto al cuore, l’animale alza la testa spaventato, si gira verso un baobab e… “che spavento! Meno male, è solo una iena che pasteggia all’ombra, sui cadaveri di tutti quei leoni morti”.
…….
L’essere umano, non dimentichiamolo, appartiene al regno animale e per quanta ipocrisia ci possiamo inserire, dentro di noi lo sappiamo che la natura funziona in un solo modo.
La vita è difficile per tutti e spesso molto cruda, ma chi si dà da fare dovrebbe obbligatoriamente essere tutelato più degli altri, in alternativa ci aspetta l’ombra di un albero.
Lorenzo dott. Antonelli