Russia
Siamo troppo abituati, noi occidentali, a fake news, a trasformare la cruda realtà così poco fashion, così poco “wow”, in opere teatrali di basso spessore ma inscenate in palchi sfavillanti pieni di luci e colori.
Osservare un avvenimento in maniera distaccata, senza tifoseria, è di una difficoltà abnorme perché il benessere eccessivo ci ha portato a crearceli i problemi tralasciando quelli veri che vanno oltre il rifarsi le labbra, farsi un trapianto di capelli o parlare di come è necessario accettare tutto e tutti per non essere additati come dei discriminatori.
Ma davvero c’è qualcuno al mondo che pensa seriamente che Vladimir Putin non abbia messo in conto un crollo dell’economia russa? C’è davvero qualcuno che non si domanda per quale ragione la colonna di 60 chilometri di carri armati che bivacca alle porte di Kiev non abbia ancora attaccato? A nessuno si accende una lampadina su come mai una nazione che è talmente militarizzata da intimorire il mondo non abbia conquistato l’Ucraina in 10 ore?
La mia personalissima opinione si basa su un semplicissimo paradigma logico.
Se la Russia avesse conquistato l’Ucraina in poche ore l’occidente non si sarebbe reso conto di cosa significa aver paura per la propria vita e per quella dei propri cari. Perché l’idea di guerra, quella fatta con le baionette, il sangue, lo scontro uomo contro uomo, quella cruenta e umanamente orribile è ormai lontana dal nostro essere, semplicemente non ce la ricordiamo perché vivendo in un’epoca dove è tutto fulmineo e rapidissimo, la sofferenza, quella vera data dal patire per un lungo periodo è dimenticata.
Bene, Putin ce la sta ricordando e a mio avviso questa guerra è l’esperimento psicologico su scala globale più profondo della storia dell’essere umano.
Pensateci, in 10 giorni la Russia si è messa contro il mondo intero e, per quanto militarmente possente, non avrebbe avuto nessuna chance se non quella nucleare e autodistruttiva; che senso avrebbe iniziare una guerra contro il pianeta consci che la propria e unica possibilità è insita nella distruzione globale? Su questo si basa la fine strategia dello Zar: la paura dell’attesa, la paura che solo l’incontrollabile può dare, quella paura che è riaffiorata nelle nostre coscienze proprio perché l’Ucraina non è caduta all’istante.
Vedere le morti, i disastri, le deflagrazioni, le centrali nucleari a fuoco, compongono un puzzle perfetto per annichilire le persone e portare il terrore al mondo intero.
Putin ha sempre governato così se ci si pensa, i suoi sottoposti sono atterriti e spaventati da 20 anni dalla sua figura e la stessa strategia che ha utilizzato per decenni per gestire il suo entourage ora viene utilizzata dallo Zar sul mondo intero. Putin ha dimostrato che una sola persona può tenere sotto scacco un’intera nazione con una strategia psicologica adeguata e ora una sola nazione dimostra parallelamente che può tenere sul filo del rasoio l’intero pianeta.
Qualsiasi sociologo avrebbe potuto prevedere la risposta dei media occidentali che, scrivendo di carri russi senza benzina, di persone che sino al giorno prima erano comici e che si sono trasformate in eroi, di selfie makers che conquistano carri armati, della fantomatica trasformazione di un uomo di ghiaccio in uno passionale e pazzo, portano confusione nella visione della popolazione mondiale utilizzando come backdoor la misera quotidianità e lo show clownesco giornalistico a cui siamo abituati per raggiungere le nostre paure più profonde.
Una guerra “lampo” sarebbe stata “fasulla”; si sarebbero fatte trasmissioni senza senso per 3, 4 mesi e poi ce ne saremmo dimenticati come di Schettino o delle scritte “andrà tutto bene” ma così, così ci sentiamo come dei ratti presi alla sprovvista da una fragorosa luce e siamo spaventati ogni giorno di più.
Lo Zar sta utilizzando la nostra decadenza a suo favore e contro di noi zittendo i propri media e facendo parlare quelli più propensi alla chiacchiera folkloristica dell’occidente. E più questa situazione andrà avanti più saremo confusi e più la paura ci immobilizzerà rendendoci impossibilitati alla reazione dando alla Russia tante, tante opzioni.
La guerra è orrenda, le colpe sono di tutto il mondo, ma è indubbio che, su base logica, ci troviamo davanti a un profondo conoscitore della storia e della società mondiale, uno stratega che il mondo non conosceva dai tempi di Carlo Magno.
Lorenzo dott. Antonelli